venerdì 28 dicembre 2007

Graffiti e statue mutilate, degrado a Brera Corriere della Sera

Graffiti e statue mutilate, degrado a Brera Corriere della Sera

ilGiornale.it - «Troppi graffiti sui palazzi Servono telecamere anti-writer» - n. 47 del 03-12-2007

ilGiornale.it - «Troppi graffiti sui palazzi Servono telecamere anti-writer» - n. 47 del 03-12-2007

Comune di Padova - Inquinamento acustico

Comune di Padova - Inquinamento acustico

Segnalazione
Chi rileva un disturbo derivante da elevati livelli di rumorosità può:
inoltrare la segnalazione al Settore Ambiente del Comune di Padova con la descrizione del disturbo (per il modulo vedi sezione "Link utili" di questa pagina);
ricorrere alle prescrizioni del codice civile e del codice penale e in particolare ai seguenti articoli: - art. 844 del Codice Civile che regola i rapporti tra proprietari di fondi vicini in relazione al problema delle immissioni;- art. 659 del Codice Penale che punisce sia chi disturba il riposo o le occupazioni delle persone con schiamazzi, rumori, abusando di strumenti sonori, con segnalazioni acustiche o mediante strepiti di animali, sia chi provoca questi disturbi esercitando una professione o un mestiere rumoroso.

Tipi di inquinamento acustico
Per i rumori prodotti da ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIALI O ECONOMICHE, O PROFESSIONALI
E' necessario inoltrare la segnalazione scritta (per il modulo vedi sezione "Link utili" di questa pagina) al Settore Ambiente del Comune.Nella segnalazione si possono richiedere le misure fonometriche (misure dell’intensità del rumore), che effettuano i tecnici dell'Arpav - Agenzia regionale protezione ambientale Veneto, previo un primo sopralluogo effettuato da personale del Settore Ambiente.
Per i rumori prodotti da CANTIERI O MANIFESTAZIONI
Le attività temporanee (cantieri edili, manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico), se comportano l'uso di macchinari ed impianti rumorosi, devono ottenere l'autorizzazione in deroga ai limiti di rumorosità , contenente le opportune prescrizioni per limitare l'inquinamento acustico e gli orari per le lavorazioni/manifestazioni rumorose.Nel caso di disturbo eccessivo o di mancato rispetto degli orari, è necessario inoltrare la segnalazione scritta (per il modulo vedi sezione "Link utili" di questa pagina), al Settore Ambiente del Comune.In caso d'urgenza, si può richiedere un sopralluogo del comando di Polizia Municipale, via Gozzi, 32 - telefono 049 8205138.
Si ricorda che gli orari per l'utilizzo di macchinari rumorosi nei cantieri sono attualmente:- dall'1 ottobre al 30 aprile: 8:00 - 12:30 e 14:00 - 18:00;- dall'1 maggio al 30 settembre: 8:00 - 13:00 e 15:00 - 19:00;- all’interno di fabbricati occupati (da abitazioni e/o uffici) o in adicacenza degli stessi: 9:00 - 13:00 e 15:00 - 18:00;- se sono usate attrezzature con emissioni superiori a 75 dB(A): 9:00 - 12:00 e 16:00 - 18:00.
Per i rumori provocati da MOTO E CICLOMOTORI, O SCHIAMAZZI
è necessario l’intervento della Polizia Municipale.
Per i rumori in CONDOMINIO
è consigliabile rivolgersi all’amministratore, che inviterà l’inquilino responsabile a limitare i rumori o ad attenersi agli orari eventualmente previsti dal regolamento condominiale.
Norme per l'utilizzo di MACCHINE DA GIARDINO
L’uso di macchine e impianti rumorosi per l’esecuzione di lavori di giardinaggio è consentito:- nei giorni feriali, escluso il sabato, dalle 8:00 alle 13.00 e dalle 15:00 alle 20:00;- al sabato, dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00;- nei giorni festivi dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 18:00.Le macchine e gli impianti in uso per l’esecuzione di lavori di giardinaggio, devono essere tali dacontenere l’inquinamento acustico nelle aree adiacenti. Devono inoltre essere conformi alledirettive comunitarie.

Normativa di riferimento
L. n. 447 del 26 ottobre 1995 "Legge quadro sull'inquinamento acustico".
Deliberazione del Consiglio comunale n. 179 del 15 dicembre 1998 "Classificazione acustica Comune di Padova".
D.P.C.M. del 14 novembre 1997 "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore".
L.R. n. 21 del 10 maggio 1999 "Norme in materia di inquinamento acustico".
Deliberazione di Consiglio Comunale n. 93 del 17 luglio 2002 modificato con deliberazione consiliare n. 70 del 17 giugno 2003 "Regolamento per la disciplina delle attività rumorose"

Per informazioniufficio inquinamento acustico - Settore Ambiente - Comune di Padovavia Frà Paolo Sarpi, 2 - 35138 Padovatelefono 049 8204763fax 049 8204767orario: martedì e giovedì dalle 10:00 alle 13:00, solo su appuntamento il giovedì dalle 15:00 alle 17:00e-mail ambiente@comune.padova.itresponsabile/i dott. Patrizio Mazzetto, delegata: Cristiana Lentini

lunedì 10 dicembre 2007

torinoscienza.it > Inquinamento acustico

torinoscienza.it > Inquinamento acustico

L’inquinamento acustico è l’insieme degli effetti negativi prodotti dal rumore generato dall’uomo sull’ambiente urbano e naturale. L’art. 2 della Legge Quadro sull’Inquinamento Acustico 447/1995 lo definisce precisamente come «l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno, o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi».
Studi recenti dimostrano che il rumore è oggi una delle principali cause del peggioramento della qualità della vita nei centri abitati, in particolar modo nelle grandi città. Infatti, nonostante negli ultimi 15 anni sia stata rilevata a livello comunitario una diminuzione dei livelli di rumore più alti nelle aree maggiormente a rischio, le cosiddette zone nere, parallelamente è stato osservato un ampliamento delle zone grigie, cioè di quelle con livelli di rumore definiti “di attenzione”, evento che ha comportato un aumento della popolazione esposta e ha annullato gli effetti positivi del primo fenomeno.
Il contesto dell’inquinamento acustico è definito da 4 settori ambientali, corrispondenti all’ambiente esterno, all’ambiente di vita, all’ambiente abitativo e all’ambiente di lavoro, per ciascuno dei quali è possibile individuare 3 elementi ambientali identificabili con le sorgenti, lo spazio di propagazione delle onde sonore e delle vibrazioni meccaniche (campo sonoro) e i recettori. Per ogni settore e per ogni elemento ambientale il contesto normativo composto dalla Legge n° 447/1995, dal decreto attuativo D.L.277/91 e dalle singole Leggi Regionali (per il Piemonte la n.44 del 26/04/2000 e la n.52 del 20/10/2000) definisce le grandezze fisiche relative all’inquinamento e al rischio da rumore, le modalità di misura, i valori limite di emissione delle sorgenti, di immissione e di esposizione per le zone e i recettori, gli atti e le azioni di pianificazione territoriale e le specifiche competenze.
L’attuale normativa stabilisce inoltre i principali organi di controllo, di solito identificati nei Comuni e nelle Province, e gli enti preposti all’attività di monitoraggio acustico.

greenreport - quotidiano ambientale

greenreport - quotidiano ambientale

L’attività commerciale molto rumorosa può essere chiusa perché supera i limiti posti a tutela della salute. Lo dice il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Puglia con sentenza dell’ottobre scorso. Secondo il tribunale la disciplina del fenomeno dell’inquinamento acustico è si, di competenza regionale ma, in difetto di classificazione acustica del comune e in mancanza del relativo regolamento regionale trova comunque applicazione il sistema di misurazione del regolamento statale.Il rumore accompagna da sempre la vita dell’uomo, ma solo da qualche tempo è stato riconosciuto come possibile fattore di inquinamento e soprattutto come minaccia alla salute. Può provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, creare pericolo per la salute, deteriorare gli ecosistemi, i beni materiali, i monumenti, l’ambiente abitativo o l’ambiente esterno.Ed è questa la logica seguita dal legislatore nel 1995 con la legge quadro 447/1995. Questa infatti, è la prima legge che ha disciplinato in materia organica la questione del rumore e che ha fatto del bene salute dell’uomo l’oggetto principale della sua tutela. Prevede dunque, dei valori limite di emissione e immissione in base alle sorgenti sonore e in riferimento alle diverse destinazioni d’uso in cui dovrebbe essere diviso il territorio comunale cioè la così detta “zonizzazione” che ogni singolo comune è tenuto ad attuare.Ma in realtà la classificazione acustica non è obbligatoria ed esiste a livello statale una sola disposizione che fa riferimento a un dovere comunale. Ovvero l’articolo 4 della legge quadro il quale stabilisce che spetta alle Regioni prevedere le modalità e le sanzioni per l’obbligo della classificazione delle zone a carico del comune. A parte il fatto che comunque non tutte le regioni hanno emanato la legge sull’inquinamento acustico, la legge quadro prevede inoltre che scadenze e sanzioni ci siano ma, soltanto nel caso in cui i comuni si trovino a dover formulare un nuovo piano urbanistico o particolareggiato. Questo significa che i comuni non sono obbligati a suddividere il territorio in zone acustiche se non nel momento in cui devono fare il nuovo piano urbanistico e secondo le modalità indicate dalla legge regionale. Se poi a questo si aggiunge il fatto che l’operazione è complessa e richiede competenze e disponibilità economiche, ne deriva che gran parte dei comuni italiani è sprovvisto della zonizzazione acustica.Comunque sia, in mancanza della suddivisione del territorio e di una regolamentazione regionale che ne disciplina la misurazione la tutela della salute umana deve essere garantita e lo è – secondo il Tar Puglia – attraverso il rispetto dei limiti previsti dalla regolamentazione Statale.Del resto le norme che disciplinano il fenomeno dell’inquinamento acustico hanno registrato un importate intervento legislativo di carattere costituzionale con il varo della legge di riforma del titolo V della Costituzione.Infatti, l’art 117 della Costituzione, dopo aver sancito che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni, delinea i rispettivi ambiti di competenza. Individua cioè, settori di legislazione esclusiva di pertinenza dello Stato, ambiti di legislazione concorrente (fra cui la tutela della salute ivi compresa la disciplina dell’inquinamento acustico), in cui opera una sorta di dualismo legislativo Stato-Regioni e materie devolute alla competenza residuale delle regioni. Discorso analogo per la potestà regolamentare.Quindi – così come afferma il Tar della Puglia - la legislazione regionale adottata in una materia di legislazione concorrente può ricevere attuazione solo attraverso l’esercizio della omologa potestà regolamentare. Ciò significa - come anche posto in risalto dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 376/2002 - che le norme regolamentari statali preesistenti rispetto alla riforma costituzionale permangono in vigore fino a quando non vengano sostituite da nuove norme dettate dalla regione. Dunque il regolamento in materia di inquinamento acustico rimane in vigore fino a quando non verrà emanato dalla regione un apposito disposto.

Baby gang, botte e rapine ai minori - ViviMilano

Baby gang, botte e rapine ai minori - ViviMilano

Aggressioni di bande armate con caschi e coltelli. I ragazzi: «vogliono soldi e cellulari. Abbiamo paura, non giriamo più soli»

«E voi da dove spuntate?». La domanda è del più grosso del gruppo, cappuccio della felpa sugli occhi, casco a scudo sul braccio. Il marciapiedi di corso di Porta Ticinese è sbarrato: sono sette in tutto, hanno 17 e 18 anni, scavallatori, rapinatori per soldi, fama e divertimento, i violenti del centro. Sono le cinque di venerdì pomeriggio. Le vittime sono quattro ragazzini di 15 e 16 anni, famiglie di professionisti alle spalle, svelti a capire che non è aria: «Abbiamo avuto paura». Tre scappano, venti metri di scatto, s'infilano in un negozio, esce il titolare e urla. Salvi. Il quarto viene rincorso, afferrato per la manica, colpito con il casco alla testa. Terrorizzato. Dice: «Sto sempre con qualcuno, non giro più da solo». Nemmeno in centro, tra il Duomo e le Colonne. Regola di sopravvivenza: «Sguardo basso». I genitori fanno denuncia ma non si capacitano di «come possa succedere, è una follia». Quei bravi ragazzi che picchiano i loro figli sono figli anche loro di Milano. Italiani da gang che «controllano le vie, spadroneggiano, si sentono forti e impuniti». E ogni fine settimana picchiano per rubare. Fanno soldi e fama. I nuovi status symbol. Questa storia ha nomi e cognomi, ma non si possono dire. Le vittime delle violenze sono minorenni. Buoni licei e istituti del centro, ma anche lezioni in scuole dure, senza gloria. Frequentano la pista d'atletica e il campo da calcio, la sala prove, librerie e giardini. Problema: vittime e carnefici «sono uguali», vestono allo stesso modo, la felpa larga e tirata sulla testa, i jeans sdruciti, cinture e occhiali griffati. D&G, Gucci, Ray Ban. Però: i cattivi «si riconoscono dallo sguardo». Racconta uno dei quindicenni aggrediti alle Colonne: «Ho imparato a inquadrarli ormai, girano in gruppo, ti guardano storto». Loro, i bulli. «Ti minacciano, vogliono soldi, occhiali e cellulare, se non fai come dicono te le danno». Il boss e i suoi scagnozzi, ragazzi qualunque, più noti alle forze dell'ordine che ai genitori. Scendono dalle periferie e arrivano dall'hinterland il sabato e la domenica. Bevono e fumano, birre, vodka e hashish. Cercano le risse, rubano, usano i coltelli. «Scavallare», gergo da teenager. Il dizionario dà due definizioni: muoversi sfrenatamente oppure condurre una vita sregolata. Il gergo dei ragazzi ha acquisito la seconda: gli scavallatori sono i delinquentelli che rapinano con le lame e i pugni sul muso. Si piazzano fuori dallo Shocking sui Bastioni, davanti al Tocqueville. Bloccano le vittime in via Torino: giorni fa, alcuni ragazzini si rifugiano in uno store e chiedono aiuto al vigilante. Lui: «Girano delinquenti, cerco di tenerli alla larga». L'associazione dei negozianti di via si ribella: «Troppa brutta gente qui». Le rapine non si contano. Decine a settimana. Denunce, poche. Sabato sera, via Pioppette, zona Colonne. Un ragazzone di vent'anni, cresta di capelli punk, afferra un sedicenne per il collo, «dammi il cellulare o ti ammazzo!». Gli strappa il telefonino della tasca e gli rompe il setto nasale, labbra, denti: «Perdevo sangue, mi hanno portato via gli amici nel portone più vicino», borsa del ghiaccio in faccia. Una settimana prima, stessa zona, davanti alla creperia: quattro ragazzi sono circondati, «svuotate tasche e zaini o vi spacchiamo la testa». Due scappano, due consegnano cellulari e portafogli. Telefonini di ultima generazione e occhiali da copertina. Rapine in giro e mercato a scuola: 20 euro un paio di Gucci, 50 per un Nokia. Le offerte sono chiacchiere di corridoio tra spinelli e smargiassate: «Li abbiamo presi a degli sfigati», «eravamo in giro a cercar risse», così, «per il gusto di farlo». Menare le mani, guadagnarci su e vantarsi? «Questo non è bullismo, è una forma di violenza dilagante», spiega don Augusto Casolo, il parroco di San Lorenzo. È la peggior cultura di strada, «mi serve una cosa, me la prendo. È la prova di una società incattivita». Un negoziante del Ticinese («Ma niente nomi») scommette che «prima o poi qualcuno gli darà una lezione, a 'sti teppisti. Io per primo, se li becco». Ultima manifestazione studentesca. Picchetti ai cancelli e striscioni in corteo. Mescolati, tra gli attivisti degli istituti, gli scavallatori: «Hanno rubato di tutto, con le minacce». Quei bravi ragazzi di Milano? Casa, scuola e rapine. Occhiali e cellulari sono in vendita: prezzi stracciati, astenersi perditempo.
A. St.
12 novembre 2007

greenreport - quotidiano ambientale

greenreport - quotidiano ambientale


Inquinamento acustico, il Comune può far chiudere prima i locali
LIVORNO.
Il comune può prevedere la chiusura anticipata dei locali aperti al pubblico che somministrano bevande e alimenti, per assicurare il rispetto della normativa regionale e statale in materia di inquinamento acustico e per tutelare la quiete pubblica. A dirlo è il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Veneto con sentenza del 20 novembre scorso. Secondo il Tribunale, l’amministrazione può legittimamente adottare – ai sensi della normativa regionale – criteri riduttivi dell’orario di chiusura per la stessa tipologia di esercizi pubblici e in presenza di situazioni comuni perché il fine è quello di tutelare la salute psicofisica.La vicenda ha inizio quest’anno quando il sindaco del comune di Legnano ha ridotto di un’ora, per tre giorni alla settimana, l’orario di chiusura dei locali gestiti dall’Artist’s Coffe s.rl. e Soft s.n.c: a partire da agosto. Un provvedimento necessario secondo il Comune, che ha riconosciuto e riscontrato una chiara e motivata esigenza di compatibilità dell’orario di chiusura con la tutela della quiete pubblica. La dilatazione dell’attività di esercizio e l’abitudine dell’utenza a continuare a intrattenersi fuori del locale magari anche dopo alla sua chiusura – a detta sempre dell’amministrazione – non sono compatibili con il diritto al riposo notturno dei cittadini.La logica dunque è quella di tutelare in via prioritaria la salute pubblica che prevale sugli interessi economici degli esercenti. Del resto anche il rumore è una fonte di inquinamento ed una minaccia per la salute pubblica. Può provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, deteriorare gli ecosistemi, i beni materiali, i monumenti, l’ambiente abitativo o l’ambiente esterno.Con la legge quadro 447/1995 il legislatore ha disciplinato per la prima volta la materia. Questa legge ha fatto del bene-salute l’oggetto principale della sua tutela. Prevede dei valori limite di emissione e immissione in base alle sorgenti sonore e in riferimento alle diverse destinazioni d’uso in cui dovrebbe essere diviso il territorio comunale cioè la cosiddetta “zonizzazione” che ogni singolo comune è tenuto ad attuare. E ha conferito in capo alle amministrazioni comunali le competenze per mitigare l’inquinamento acustico nelle città.