martedì 20 novembre 2007

Musica spenta, vincono i residenti - ViviMilano

LA CITTADELLA C'ERA

Musica spenta, vincono i residenti - ViviMilano


Entro la fine del mese il locale dovrà presentare un piano di bonifica
Musica spenta, vincono i residenti
Sì al ricorso, altoparlanti vietati a «Le Coquetel» di via Vetere inquinamento acustico oltre i limiti. «Ora stop in tutta Milano»

Niente più musica, deejay fino a tarda notte, concertini chitarra-armonica a bocca. Insomma: basta movida a piano terra e insonnia su fino al quinto. Silenzio. Un palazzo è riuscito a dimostrare l'inquinamento acustico del «suo» locale, Le Coquetel di via Vetere, al Ticinese. L'Arpa e la polizia locale hanno misurato i decibel: fuorilegge. I gestori, «nonostante sapessero delle lamentele» dei residenti, «nulla hanno fatto per porre rimedio alla situazione di disturbo» (così Palazzo Marino). Alla fine è scattata l'ordinanza del Comune: sordina agli impianti, equalizzatore e casse, e richiesta d'un «piano di bonifica» entro novembre. Non venisse rispettata, arriverebbero i sigilli. Non si sgarra più, c'è il precedente. Altri sei condomìni del quartiere sono pronti a partire. Denuncia, fonometri, ordinanze. Guerra vera al rumore. Sono serviti sei mesi. Assemblea di condominio, moto carbonaro al numero 14 di via Vetere, strada del divertimento a cento metri dalle Colonne di San Lorenzo. Parte il mandato all'avvocato Pietro Meda e da lui l'esposto. Il 18 maggio, il Comune chiede ai titolari di salvaguardare la «salute e il riposo» dei residenti. Hanno un mese di tempo. Nulla. L'11 luglio il settore Ambiente mobilita l'Arpa. Il blitz è del 9 ottobre: camera da letto al primo piano del palazzo che ospita Le Coquetel, nessun avviso, finestre chiuse. Microfoni aperti alle 23.12 (13 minuti) e alle 23.25 (altri venti). Risultato: tra musica e chiacchiericcio dei clienti, i fonometri arrivano a misurare picchi di 41 decibel su un rumore di fondo di 26. Quindici di differenza sono troppi: la legge ne consente tre. C'è una regia, dietro questo risultato. È del comitato di zona «La Cittadella». Il presidente è Pierluigi Maestri: «Abbiamo consegnato i moduli per l'esposto contro l'inquinamento acustico a tutti i palazzi del quartiere». Sei assemblee di condominio sono già state convocate. Qui, al Ticinese, e da domani chissà, altrove. All'Arco della Pace, per dire, «ci stiamo muovendo sulla stessa linea. Stiamo provando a capire come far rispettare le regole ai locali e dormire noi sonni tranquilli », spiega Madela Canepa, rappresentante del Comitato ProArcoSempione. Stessa musica, si fa per dire, sui Navigli. Via Vetere è una stradina budello che ospita ogni sera una festa di massa. L'happy hour comincia a metà pomeriggio e finisce alle due di notte. C'è Le Coquetel, il Bar Rattazzo, un altro paio di locali e un ristorantino. Ci sarebbe pure il presidio dei vigili, ufficio sul parco delle Basiliche, ma di sera è vuoto. L'ordinanza, però, da tre settimane ha cambiato la vita almeno al civico 14: «Ora dormo», sorride l'inquilino che ha prestato casa all'Arpa. Dorme adesso, ma da tempo chiedeva al locale di «darsi una regolata». Da tempo, dunque. E attenzione alle date. Anno 2006: dopo l'ennesima protesta, i gestori del Coquetel spediscono al primo piano un «tecnico di parte », che si piazza in camera e misura i decibel: 26 di rumore di fondo, 26.05 di picco. Rassicurazione agli inquilini: «Tutto in regola». Possibile? Pare. Il 9 ottobre 2007 arriva l'Arpa: 40 e rotti decibel di tetto massimo. Il rumore di fondo, però, resta quello indicato dal «tecnico di parte». Una beffa, pare.
Armando Stella
19 novembre 2007

ilGiornale.it - Trecento muri imbrattati, presi 7 graffitari - n. 272 del 17-11-2007

LA CITTADELLA C'ERA

Da il Giornale
Tempi duri per i graffitari a Milano: il Comune ha deciso un giro di vite contro i cosiddetti «writers» - i ragazzi che armati di bombolette spray riempiono di scritte e disegni i muri degli edifici - istituendo una task force di 15 vigili che ogni giorno pattugliano la città a caccia dei vandali. Inoltre, attraverso i giudici di pace, da alcuni mesi si sta portando avanti un’attività investigativa, volta a identificare gli autori dei graffiti con la loro opera. Il nucleo speciale dei vigili è attivo dal luglio scorso, e finora ha preso in flagranza di reato 7 graffitari: secondo una stima del Comune, a ognuno di loro sono riconducibili 300 muri imbrattati.«La parola d’ordine è repressione - ha detto il vicesindaco Riccardo De Corato, intervenuto al convegno «Non scriverlo sui muri» promosso dall’Associazione Anti-graffiti -. Le pene vanno inasprite: la normativa in materia va riformata, includendo anche il carcere se necessario». Il reato di imbrattamento, regolato dall’articolo 639 del codice penale, prevede la multa da 258 a 2.582 euro e gli arresti domiciliari da 6 a 30 giorni. Dal 2002 però, diversi senatori di centrodestra, fra i quali lo stesso De Corato e il presidente dell’Associazione Antigraffiti Vittorio Pessina, hanno avanzato proposte di riforma dell’articolo in chiave repressiva. L’ultima, del luglio 2006, propone la reclusione fino a un anno, multe fino a 2.500 euro e la procedibilità d’ufficio contro i graffitari sorpresi: «I graffiti sono un vero e proprio sopruso nei confronti dei cittadini - ha affermato il senatore Giuseppe Valditara, fra i firmatari della proposta -. Lo Stato deve intervenire, altrimenti legittima la prepotenza».Su misure così drastiche come il carcere non tutti sono d’accordo: «La reclusione sembra eccessiva se si pensa che spesso i “writers” sono minorenni - ha argomentato il sostituto procuratore Riccardo Targetti -. Le forze di polizia non sono sufficienti per dare il via ad arresti di questo tipo: più utile sarebbe costringere il vandalo a ridipingere dove ha imbrattato». Il profilo del graffitaro è quello di un giovane dai 12 ai 25 anni, ceto medio, di istruzione superiore e residente in città: elementi che per alcuni mal si conciliano con la galera e l’idea di criminale. Accanto al dibattito su proposte repressive e pene alternative, il disagio: secondo una ricerca condotta ad ottobre a livello nazionale dall’Associazione antigraffiti, il 97% dei cittadini esprime sempre più malcontento rispetto al problema dei graffiti, e l’83% pensa che il fenomeno sia in aumento. E mentre l’ex assessore e docente universitario Stefano Zecchi liquida il graffitismo anche dal punto di vista estetico - «è vandalismo. Non basta dirsi artisti per esserlo» -, per i cittadini è attivo il numero di telefono dei vigili urbani (020202) dove segnalare l'imbrattamento, mentre su www.associazionegraffiti.it si possono scaricare i moduli per sporgere querela.