giovedì 24 gennaio 2008

AGI News On - SICUREZZA: MORATTI

AGI News On - SICUREZZA: MORATTI

AGI) - Milano, 22 gen. - "L'accordo di oggi e' un altro passo importante e concreto che da' seguito al Patto Milano Sicura. Tre milioni di euro - due da parte del Comune e uno da parte della Provincia - sono stati depositati in un fondo che servira' a sostenere le politiche di contrasto alla criminalita'". Queste le parole del Sindaco di Milano Letizia Moratti, a margine della firma della convenzione con Provincia e Prefettura per la creazione di un fondo comune per la sicurezza. Erano presenti il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, il Presidente della Provincia, Filippo Penati e il vice Sindaco Riccardo De Corato. Il Comune di Milano si impegna a versare, entro 60 giorni dalla stipula della convenzione, l'importo di 2 milioni di euro. Per quanto riguarda i fondi del Comune, verra' data priorita' all'incremento di Forze di Polizia per l'attivita' di vigilanza ai campi nomadi di via Triboniano, anche durante le ore serali e notturne; lo sgombero degli alloggi comunali occupati abusivamente; la prevenzione e il controllo del territorio nelle aree interessate dalla presenza dei pubblici esercizi e dei luoghi di aggregazione, fra cui corso Como, Arco della Pace, Colonne di San Lorenzo e Navigli, nei parchi e nelle aree a verde pubblico e all'acquisto dei beni strumentali necessari al raggiungimento degli obiettivi. I 3 milioni di euro saranno versati presso la 'contabilita' speciale' appositamente aperta a favore del Prefetto di Milano per la gestione finanziaria del Patto. "Oltre ai punti previsti nella convenzione - ha aggiunto Moratti - abbiamo chiesto, che ci sia un'integrazione, rispetto al patto firmato, rappresentata da un presidio fisso da parte della Guardia di Finanza all'Ortomercato. Richiesta che il presidente dell'Ortomercato faceva da tempo e che noi abbiamo fatta nostra. Non dimentichiamo che il Comune ha stanziato nel Bilancio 2008, 9 milioni e 800 mila euro per politiche di sicurezza. Fondi che prevedono l'assunzione di 200 vigili, per un maggiore presidio del territorio e per attivita' di contrasto alle occupazioni abusive. A questo si aggiungono programmi e progetti di integrazione volti all'educazione alla legalita', alla convivenza civile, all'inserimento lavorativo e ancora programmi per l'educazione civica e sportiva e di supporto a situazioni di disagio ed emarginazione, senza dimenticare attivita' di lotta alla contraffazione". (AGI)

In Piazza Vetra torna lo spaccio - ViviMilano

In Piazza Vetra torna lo spaccio - ViviMilano

MILANO - «Da anni non si vedeva tutto 'sto movimento nel parco». Il movimento poi è un giro, quello dello spaccio di droga. Hashish, soprattutto. Ma anche cocaina, Mdma. Sono tornati i pusher, nel Parco dello Basiliche, sotto le finestre di chi al Ticinese abita e ricorda piazza Vetra quand'era terra di nessuno e per di più marcia di eroina, le polemiche sulla costruzione della cancellata nel 1999, e poi la nuova sicurezza sorvegliata dalle telecamere, gli slogan da piazza pulita. Ecco: «Stiamo subendo un salto nel passato, all'epoca pre-recinto», denunciano gli abitanti della zona. Gran traffico dalle 20 alle 22, ultime ore d'apertura del parco al pubblico. Questo: nordafricani con la tasche piene di fumo, ragazzi che contrattano la merce, dosi nascoste nei tombini, negli impianti di irrigazione e fuori, in via Vetere, sotto i parafanghi delle auto in sosta. Chi si lamenta, come gli inquilini dei palazzi, viene insultato e minacciato. Una donna, di recente, è stata inseguita e maltrattata.Una raffica di arresti, dieci anni fa. Gli ultimi due, lunedì, spacciatori egiziani di 21 e 18 anni, incensurati, fermati dal Nucleo tutela Decoro urbano della municipale, già condannati per direttissima. L'operazione «è stata resa possibile grazie alla telecamera per la sicurezza che tiene monitorato il parco», sottolinea il vicesindaco Riccardo De Corato: «L'area è sicura e sotto controllo». Vero. Ma il dato preoccupante, riflettono i residenti del Ticinese, è un altro: i pusher erano inesperti e puliti, come «i molti che stanno occupando le Basiliche fiutando la possibilità di affari». È il giro, si vede dalle finestre, è in crescita, come denunce e segnalazioni. Gli agenti ricevono e si muovono in borghese, ma di sera c'è troppa gente in giro per una retata in grande stile. Un anno fa, la pattuglia era stata aggrediti dal popolo della movida.L'equazione della polizia è semplice: alta densità di locali, grosso consumo di droga. Una situazione contro cui si ribella il comitato La Cittadella. Gli strumenti: repressione, controlli, ma anche eventi. Il patto estivo tra Comune e commercianti ha funzionato. Niente alcolici in bottiglia, transenne e camionette. Oggi s'inaugura la fase due, con l'apertura del Teatro alle Colonne, gestito dall'associazione Duende. Spettacoli, mostre, concerti e iniziative per bambini nella sala della parrocchia di San Lorenzo. Dice don Augusto Casolo che è «una presenza propositiva». E oggi il sacerdote incontra l'assessore al tempo libero, Giovanni Terzi, per fare il punto sulla riqualificazione del quartiere.Ed ecco la fase tre, attesa per la primavera: «Organizzeremo una rassegna di film all'aperto davanti alle Colonne di San Lorenzo », annuncia Terzi. Maxi- schermo e cuffie wireless per l'audio. Si consegna la carta d'identità e ci si accomoda nella platea all'aperto. Anche così, «con una presenza viva e pulita nella zona delle Basiliche», si battono spaccio e delinquenza.
Armando Stella

Gatto, Pao e quei ragazzi del muretto Corriere della Sera

Gatto, Pao e quei ragazzi del muretto Corriere della Sera

Il ragazzo del muretto s'è fatto grande. È diventato un artista quotato, lavora in studio e su commissione, ha sviluppato il suo «discorso», fa «solo pezzi legali». Pure il nome di strada è diventato un marchio di qualità. Gatto. «Ho iniziato a dipingere a sedici anni, per gioco. Frequentavo il muretto di piazza san Babila, con gli altri del giro». Gli altri: breakers, skeaters. E writers, come Gatto, la fissa della firma con stile e a ogni costo. Fenomeno clandestino d'importazione, risse per difendere l'onore della crew, inseguimenti stile poliziesco ma anche «movimento artistico giovane e meritocratico, allora». Oggi: Gatto ha 34 anni e il suo mondo «è diventato un sistema», per di più «screditato», dove i ragazzini non li tiene nessuno e i figli di papà sono pure raccomandati. Il sistema tiene dentro i vandali d'amore da Tvb sui monumenti («Non c'è più etica»), le gang sudamericane, gli annoiati e i modaioli, i duri che bestemmiano i venduti e li cancellano dai muri. I venduti, poi, sarebbero i colletti bianchi della bomboletta, gli street artist passati dai tunnel del metrò alle gallerie del centro e di lì alle mostre, ai musei, alle aste. E pure alla tv. Primo lotto in seconda serata: uno Schifano, un Rotella e un Martini, non Arturo ma Rae, padre della old school milanese. Writer d'antan.Evoluzione d'un fenomeno. Ultimo libro sul «Marketing non convenzionale », pubblicato dal Sole 24 Ore: in copertina, un panettone stradale in cemento trasformato in pinguino. Autore: Pao, 30 anni. Professione? «Bah. Artista, o uno che campa di creatività ». Per quei pinguini da prima pagina, Pao s'è beccato una sfilza di denunce dal 2000 in poi, animali disegnati senz'autorizzazione, multe contestate perché «decoravo, non imbrattavo» mentre per il fisco lavorava in teatro con Dario Fo e Franca Rame. Scenografo in fuga dalla municipale, ha mollato le tournée e ha ascoltato i consigli sul blog: «Coloraci la città, strappala del grigio». La passione è diventata un lavoro. Per lui e molti altri. Stand nelle fiere, uffici e aziende, campagne pubblicitarie. Pao ha pure una linea d'abbigliamento in produzione, complimenti: «La strada è un'ottima scuola, anche meglio delle accademie». Una sua tela, un metro per un metro, vale 3 mila euro. Di pinguini non se ne vedono più. Rimossi o rubati, cimeli da collezione. Le multe sono prescritte. La scena milanese nasce in piazza san Babila. I ragazzi del muretto sono gli adolescenti dei primi Novanta, il sogno americano trasmesso da Videomusic, cultura hip hop da New York. Arte, musica e skateboard con un fuso orario di vent'anni. Le crew, i gruppi, nascono attorno ai migliori. Delta, Tdk, Raptus. Il writing è l'alternativa ai rave party ma illegale uguale. La prima scuola di strada «gira attorno all'evoluzione della lettera».
Le jam (sessioni) di tagging (firme) e bombing (disegni) sono appuntamenti «per chi sta nell'ambiente», non si comunica ancora via email, vale il passaparola. Cavalcavia, aree dismesse, fabbriche di periferia. Il codice, per un popolo pur sempre di fuorilegge, è: si colora il brutto, secondo regole architettoniche e matematiche. Dura poco. Dal 1995, l'élite diventa moda. La new school si mette addosso le griffes e contro i vecchi. Pubblicità e faide. È finita anche questa stagione. Oggi ognuno va per conto suo. Schegge impazzite. O quasi. Le crew di Milano sono una decina. Le più note: Bn, Thp, Tdk, Mpm, acronimi da sciogliere su MySpace, YouTube e Facebook. C'è di tutto. Forum, reportage dalle incursioni in stazione, dritte sui muri senza telecamere. Il Web è la nuova piazza san Babila, i ragazzini comunicano così, doposcuola virtuale prima dell'uscita da guerrieri della notte. «Figli delle periferie e delle famiglie bene, senza distinzioni», dice la polizia. I più s'accontentano del portone vicino casa, gl'irriducibili s'infilano nei mezzanini, conoscono i (pochi rimasti) varchi scoperti, strisciano di vernice i tram nei depositi Atm e i treni Fs sui binari morti. Filmano e fotografano tutto, si appostano il giorno dopo per godersi i vagoni. E se capita scappano, inseguiti dagli agenti di stazione. E se va male le prendono, «ecco gli schiaffi che non ti dà mamma». A questo ragazzo di 23 anni han detto così, ha gli zigomi viola e la faccia gonfia: «Non m'importa, è un rischio che metto in conto. Vuoi mettere l'adrenalina, la sfida». È illegale. «Sì, ma è pure uno schifo che tutti parlino di graffiti quando i problemi veri sono delinquenza, pedofilia, droga. I graffiti sono uno sfogo, una necessità. Il treno, poi, è unico».

E pericoloso. Questo writer lo sa, conosceva Marco, il quattordicenne che per la tag è stato folgorato da 750 volts nella galleria della metropolitana, nel 2002. Morto. Eppure «non ho mai pensato di smettere». Vuoi mettere l'adrenalina. E quelli che vanno in mostra? «Venduti. E basta». Oppure sono cresciuti, e basta. Come Barry McGee, un idolo nel genere, dal metrò agli altari dell'arte contemporanea. La mostra del 2007 a Milano è stata Street Art, Sweet Art, al Pac. Settantamila visite per graffiti, tele e installazioni di giovani writers. Due tele di Bros e Ozmo hanno chiuso pure la mostra Arte Italiana, a Palazzo Reale. Nella stessa collezione: Gnoli, Serafini, Testori e «la nuova figurazione italiana». La loro. Bros si chiama Daniele, ha 26 anni, è stato denunciato un mese fa in flagranza di reato, le mani sporche di vernice: «Dipingo da dieci anni, prima solo sui muri ora anche su altri supporti». Alla base, «la mia personale ricerca stilistica» che vale una quotazione di 3.2 e un posto tra i cento giovani artisti più promettenti dell'anno. Gionata, alias Ozmo, anni 32: «Ho in città la stessa attitudine surrealista portata in galleria». Ha firmato un mega murale su strada in ricordo di Carlo Giuliani, cita l'irrappresentabile di Carmelo Bene ha alle spalle alcune personali. Rae si è «ritirato dall'attività illegale» nel 2002, l'anno scorso ha venduto 140 quadri, opere da 12 mila euro. E i ragazzini d'oggi? «Scrivono ma non sanno perché, hanno perso la matrice culturale, gli resta quella modaiola. Il risultato è scadente». Ci vediamo tra dieci anni.

Fenomeno graffiti: 75 milioni di danni Corriere della Sera

Fenomeno graffiti: 75 milioni di danni Corriere della Sera

Si amano da morire e impugnano una bomboletta spray. Lui 15 anni, lei 13. Per suggellare un sentimento eterno, scelgono una vernice verde. E un muro che ha 1.500 anni di storia. La scritta: «Ti amo più di ieri e meno di domani». Mercoledì scorso, tardo pomeriggio, centro di Ravenna, la polizia blocca i due ragazzini che balbettano di fronte alla domanda: «Ma lo sapete cosa avete imbrattato?». È un muro vicino alla basilica di San Vitale, la più importante architettura bizantina in Occidente. Il quindicenne sarà processato dal Tribunale per i minori di Bologna.I danni Ci sono anche i giovani innamorati di Ravenna dietro i milioni di scritte, tags, disegni e murales che colorano (o sporcano) i muri delle città italiane. Dice una ricerca della polizia municipale di Milano: un ragazzino su due, tra i 13 e i 18 anni, almeno una volta si è esercitato su un muro con una bomboletta o un pennarello. Graffiti che dilagano. E costano. I maggiori Comuni italiani spendono una cifra vicina ai 25 milioni di euro l'anno per ripulire le facciate dei palazzi e sistemare le aree pubbliche vandalizzate. Le aziende dei trasporti locali sono le più colpite. Semplice: i treni sono tavolozze che portano le opere — o le porcherie — in giro per la città, le metropolitane hanno il fascino dell'ambientazione underground, i finestrini di tram e bus sono ideali per una tendenza estrema, l'incisione con la punta di diamante. La sostituzione dei vetri costa all'Atm milanese 2 milioni e mezzo l'anno. Sommando le spese di aziende di trasporto, ferrovie, soprintendenze e privati, se ne vanno almeno altri 50 milioni di euro tra danni e ripuliture.A ciascuno il suo Gli studenti di Sociologia della devianza dell'università di Bologna sono scesi in strada e li hanno contati. Carta e penna, in poco più di una settimana hanno scandagliato i muri dei quartieri San Vitale e Reno. A fine dicembre il Corriere di Bologna ha pubblicato i risultati della ricerca: 1.713 «opere» censite. Ma quel che conta è la proporzione: 119 graffiti ogni cento abitanti, più di uno a testa. Con un livello allarmante di proliferazione. Perché a settembre il Comune aveva speso 21 mila euro per ripulire proprio le strade prese in esame dagli studenti. Vuol dire che quei graffiti (per il 90 per cento scritte e tags che ben poco hanno di artistico) sono comparsi in tre mesi, a un ritmo di circa 20 al giorno. Per le altre città è difficile avere numeri. Solo su Milano c'è una stima di Assoedilizia, secondo cui i palazzi imbrattati sarebbero più di 40 mila. Altre statistiche dicono che Milano e Roma conterebbero un contingente di circa 2 mila graffitari a testa, a Bologna sono un migliaio. Per capire la diffusione del fenomeno ci si può rivolgere ai commercianti. Nel capoluogo lombardo si vendono 20 mila bombolette da writer ogni sei mesi, ogni «boccia» (come le chiamano a Roma) costa intorno ai 3 euro e mezzo.I progetti Graffitari, mondo sfuggente. Difficile da classificare: raccoglie imbrattatori da quattro soldi e artisti approdati ai musei, dodicenni e quarantenni, anarchici e neonazisti, ultrà e studenti innamorati. Mentre i critici d'arte dibattono (opere o vandalismo?), i Comuni vacillano: Milano è la capofila della repressione, ma allo stesso tempo organizza la più grande mostra italiana sul graffitismo ( Sweet art, street art); il sindaco Cofferati minaccia il «ricorso al codice penale»; Torino è pioniera del dialogo e del writing legalizzato; Roma cerca di mettere insieme le due vie, e per il 31 gennaio ha organizzato in Campidoglio un seminario tra città italiane ed europee. Sul primo fronte, mezza Italia guarda al modello Torino. Si parte da un presupposto: «Esiste una creatività alla quale è interessante dare spazio», spiega l'assessore al Decoro urbano, Ilda Curti. Con un'avvertenza: «A patto di concordare modalità e luoghi». Così, nel 2000, è nata Murarte. Concessione di muri, patentini per i writer, privati che offrono capannoni da dipingere. Il comandamento: distinguere tra espressione estetica e vandalismo puro. Dialogare da una parte e reprimere dall'altra. È quel che cerca di fare anche Roma, con due progetti: cROMiAe e Roma magistra artis. Il secondo è dedicato alle scuole superiori, ma anche medie «perché — spiegano dagli uffici del Decoro urbano — i ragazzini iniziano con le bombolette anche a 10-11 anni». Il risultato del dialogo sono tre spazi pubblici (fermata metrò Laurentina, stazione Tuscolana e sottopasso di San Lorenzo) riqualificati dai graffitari. Dal grigio in abbandono all'esplosione del colore. Dall'altra parte c'è Milano. Che nonostante la provocazione dell'assessore Vittorio Sgarbi («I graffiti del centro sociale Leoncavallo sono la cappella Sistina dei nostri tempi »), resta la capitale della tolleranza zero. Una squadra speciale di vigili per dare la caccia ai writer. La sede della neonata Associazione nazionale antigraffiti. Ma anche l'avanguardia della ripulitura. Il modello lombardo ha prodotto la campagna I lav Milan, attraverso la quale sono stati ripuliti oltre 14 mila palazzi privati in 3 anni. L'Amsa (municipa-lizzata della nettezza urbana) offre una prima pulizia gratis, dopo si paga per la manutenzione. Ma solo il 20 per cento dei palazzi aderisce alla fase due, offerta a prezzi scontatissimi. Il furore antigraffiti si spegne quando c'è da aprire il portafogli.

Capodanno, piazza Duomo nelle mani dei teppisti | Milano la Repubblica.it

Capodanno, piazza Duomo nelle mani dei teppisti Milano la Repubblica.it

Baby gang, ubriachi e teppisti hanno tenuto in ostaggio, nella notte dell´ultimo dell´anno, una piazza Duomo semideserta. E non solo lì: a porta Ticinese due sedicenni sono stati rapinati da una banda di sudamericani armati di coltello. Gli stessi, forse, notati dai passati nella piazza più importante della città mentre spaccavano le bottiglie lanciandole contro la chiesa e aggredivano «chiunque si trovasse a passare nei paraggi, soprattutto se donna», come racconta Angelo Valdameri, un cittadino capitato lì proprio in quel momento. Palpeggiamenti, insulti, ragazzi che orinavano di fianco al monumento. «Alcune famiglie con ragazzini scappavano e i pochi turisti erano attoniti. Anche noi abbiamo avuto paura e ci siamo allontanati in tutta fretta», continua Valdameri, secondo il quale «non si notava la presenza di forze dell´ordine».E dire che proprio per preservare piazza Duomo il Comune ha deciso di spostare altrove gli eventi del Capodanno. Una scelta che il vicesindaco Riccado De Corato ancora difende: «Se ci sono stati problemi di ordine pubblico deve risponderne chi è deputato a garantirlo e io non ci entro. Un concerto, però, avrebbe portato un maggiore afflusso di gente e molte più risse e devastazioni. Tutto sommato, il capodanno milanese, malgrado qualche incidente, non è stato dei peggiori». E anche il soprintendente Alberto Artioli, tra i più intransigenti difensori dell´integrità di piazza Duomo, riconosce che «in alcune occasioni come il Capodanno è difficile gestire le scorribande degli incivili».L´ultima notte dell´anno è stata un po´ ovunque, del resto, occasione propizia per la criminalità: tre stranieri sono stati accoltellati (in via Legnano, in via San Protaso e nei pressi del Duomo), in via Gratosoglio un bar è stato dato alle fiamme e in via Varesine una macelleria islamica è addirittura stata fatta esplodere. In via Torino un ventunenne emiliano è stato rapinato del telefonino poco dopo la mezzanotte; in via Sapri una signora è stata derubata della borsa da due nomadi che hanno schiaffeggiato il marito. E a Baranzate un albanese è stato accoltellato da un pensionato: entrambi erano in un parcheggio prima degli acquisti per il cenone. Non sono mancati i feriti per i botti: un giovane di Cinisello Balsamo perderà tre dita, una 14enne di Cusano Milanino è rimasta ustionata a un orecchio. E a Sesto San Giovanni il titolare di un ristorante s´è messo a sparare in piazza, con una pistola, contro i cartelli stradali.
Ma il 2008 a Milano ha portato anche belle notizie. Come la nascita di Martina, prima bebè dell´anno nuovo, venuta alla luce da genitori italiani alla clinica Macedonio Melloni. Un successo, poi, gli eventi organizzati dal Comune: 10mila persone in piazza Castello per il revival anni '70-´80, 2mila per il liscio al Palalido e 400 al cenone al parco di via Palestro. Record d´incassi anche al teatro Smeraldo - 140mila euro per 1.500 presenze - per l´ultimo spettacolo dei Legnanesi. Ma tutto questo, ha detto l´arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi durante il ringraziamento di fine anno a San Fedele, non deve far dimenticare che «esiste una città degli invisibili», dei poveri e quindi nel 2008 si deve continuare a creare «nuove condizioni di convivenza con i rom». Con lo stesso spirito di apertura alle altre culture, ieri pomeriggio la comunità di Sant´Egidio ha organizzato a piazza San Carlo un incontro con un monaco buddista testimone della repressione del regime birmano.
(02 gennaio 2008)

New York, "solo" 492 omicidi Anno record: -80% dal 1990 - esteri - Repubblica.it

New York, "solo" 492 omicidi Anno record: -80% dal 1990 - esteri - Repubblica.it

NEW YORK - Per la città di New York il 2007 è stato un anno record in termini di omicidi: "solo" 492 "a tutta la notte scorsa", come sottolinea oggi il New York Times. E' la prima volta dal 1963 che si registrano nella città statunitense meno di 500 omicidi nell'arco dei dodici mesi. Una circostanza che riflette un mutamento importante nella metropoli. Solo 20 anni fa, gli omicidi in città erano oltre 2.000 all'anno, con un picco di 2.245 nel 1990: l'80% in più paragonato ai dati del 2007. Alcuni considerano Rudolph Giuliani, sindaco per gran parte degli anni Novanta e oggi candidato alla nomination repubblicana per le presidenziali, l'artefice unico della riduzione del tasso di violenza nella città. A livello nazionale il 1993, anno in cui fu eletto Giuliani, segnò l'apice di incidenza per molti reati mentre il 2000 il 2001, ultimi anni dell'era Giuliani e della sua "tolleranza zero", ne registrarono il minimo storico. Alcuni studiosi ritengono che l'aumento degli omicidi registrato negli anni Ottanta fosse in parte imputabile a giovani armati coinvolti nel mercato del crack. "Nel 1993 - a giudizio di Alfred Blumstein, criminologo della Carnegie Mellon University di Pittsburgh - iniziarono a diffondersi voci sulla pericolosità del crack e la domanda crollò. Si registrò un costante calo degli arresti per possesso illegale di armi. In parte esso fu dovuto all'enorme sviluppo economico degli anni Novanta, che offrì ad alcuni di quei giovani occupazioni lecite, e in parte allo straordinario numero di carcerazioni".


Gli anni Settanta e Ottanta hanno visto una politica sempre più repressiva. Il numero degli americani dietro le sbarre è passto da circa 600 mila dei primi anni Settanta ai 2,2 milioni odierni. George Kelling, criminologo della Rutgers University, considerato uno dei padri delle strategie newyorkesi contro il crimine, afferma che il merito del maggior calo della criminalità registrato a New York rispetto alla maggioranza delle altre città continua a essere attribuibile proprio a quelle strategie: "Una buona gestione dell'ordine pubblico". Non solo "tolleranza zero". Furono messe in pratica altre teorie, come la cosiddetta filosofia dei "vetri rotti". Partendo dal presupposto che vetri rotti, marciapiedi sporchi, scritte sui muri, consumo di alcolici in pubblico, erano un segnale di incoraggiamento per il vandalismo e altre forme di criminalità più gravi, fu avviata una campagna di lotta su vasta scala contro il degrado urbano. Il Dipartimento di polizia di New York City utilizzò anche i computer per analizzare le tendenze della criminalità in modo da poter concentrare risorse in areea forte incidenza di reati. E le cose cambiarono. (31 dicembre 2007)

venerdì 28 dicembre 2007

Graffiti e statue mutilate, degrado a Brera Corriere della Sera

Graffiti e statue mutilate, degrado a Brera Corriere della Sera

ilGiornale.it - «Troppi graffiti sui palazzi Servono telecamere anti-writer» - n. 47 del 03-12-2007

ilGiornale.it - «Troppi graffiti sui palazzi Servono telecamere anti-writer» - n. 47 del 03-12-2007

Comune di Padova - Inquinamento acustico

Comune di Padova - Inquinamento acustico

Segnalazione
Chi rileva un disturbo derivante da elevati livelli di rumorosità può:
inoltrare la segnalazione al Settore Ambiente del Comune di Padova con la descrizione del disturbo (per il modulo vedi sezione "Link utili" di questa pagina);
ricorrere alle prescrizioni del codice civile e del codice penale e in particolare ai seguenti articoli: - art. 844 del Codice Civile che regola i rapporti tra proprietari di fondi vicini in relazione al problema delle immissioni;- art. 659 del Codice Penale che punisce sia chi disturba il riposo o le occupazioni delle persone con schiamazzi, rumori, abusando di strumenti sonori, con segnalazioni acustiche o mediante strepiti di animali, sia chi provoca questi disturbi esercitando una professione o un mestiere rumoroso.

Tipi di inquinamento acustico
Per i rumori prodotti da ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIALI O ECONOMICHE, O PROFESSIONALI
E' necessario inoltrare la segnalazione scritta (per il modulo vedi sezione "Link utili" di questa pagina) al Settore Ambiente del Comune.Nella segnalazione si possono richiedere le misure fonometriche (misure dell’intensità del rumore), che effettuano i tecnici dell'Arpav - Agenzia regionale protezione ambientale Veneto, previo un primo sopralluogo effettuato da personale del Settore Ambiente.
Per i rumori prodotti da CANTIERI O MANIFESTAZIONI
Le attività temporanee (cantieri edili, manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico), se comportano l'uso di macchinari ed impianti rumorosi, devono ottenere l'autorizzazione in deroga ai limiti di rumorosità , contenente le opportune prescrizioni per limitare l'inquinamento acustico e gli orari per le lavorazioni/manifestazioni rumorose.Nel caso di disturbo eccessivo o di mancato rispetto degli orari, è necessario inoltrare la segnalazione scritta (per il modulo vedi sezione "Link utili" di questa pagina), al Settore Ambiente del Comune.In caso d'urgenza, si può richiedere un sopralluogo del comando di Polizia Municipale, via Gozzi, 32 - telefono 049 8205138.
Si ricorda che gli orari per l'utilizzo di macchinari rumorosi nei cantieri sono attualmente:- dall'1 ottobre al 30 aprile: 8:00 - 12:30 e 14:00 - 18:00;- dall'1 maggio al 30 settembre: 8:00 - 13:00 e 15:00 - 19:00;- all’interno di fabbricati occupati (da abitazioni e/o uffici) o in adicacenza degli stessi: 9:00 - 13:00 e 15:00 - 18:00;- se sono usate attrezzature con emissioni superiori a 75 dB(A): 9:00 - 12:00 e 16:00 - 18:00.
Per i rumori provocati da MOTO E CICLOMOTORI, O SCHIAMAZZI
è necessario l’intervento della Polizia Municipale.
Per i rumori in CONDOMINIO
è consigliabile rivolgersi all’amministratore, che inviterà l’inquilino responsabile a limitare i rumori o ad attenersi agli orari eventualmente previsti dal regolamento condominiale.
Norme per l'utilizzo di MACCHINE DA GIARDINO
L’uso di macchine e impianti rumorosi per l’esecuzione di lavori di giardinaggio è consentito:- nei giorni feriali, escluso il sabato, dalle 8:00 alle 13.00 e dalle 15:00 alle 20:00;- al sabato, dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00;- nei giorni festivi dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 18:00.Le macchine e gli impianti in uso per l’esecuzione di lavori di giardinaggio, devono essere tali dacontenere l’inquinamento acustico nelle aree adiacenti. Devono inoltre essere conformi alledirettive comunitarie.

Normativa di riferimento
L. n. 447 del 26 ottobre 1995 "Legge quadro sull'inquinamento acustico".
Deliberazione del Consiglio comunale n. 179 del 15 dicembre 1998 "Classificazione acustica Comune di Padova".
D.P.C.M. del 14 novembre 1997 "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore".
L.R. n. 21 del 10 maggio 1999 "Norme in materia di inquinamento acustico".
Deliberazione di Consiglio Comunale n. 93 del 17 luglio 2002 modificato con deliberazione consiliare n. 70 del 17 giugno 2003 "Regolamento per la disciplina delle attività rumorose"

Per informazioniufficio inquinamento acustico - Settore Ambiente - Comune di Padovavia Frà Paolo Sarpi, 2 - 35138 Padovatelefono 049 8204763fax 049 8204767orario: martedì e giovedì dalle 10:00 alle 13:00, solo su appuntamento il giovedì dalle 15:00 alle 17:00e-mail ambiente@comune.padova.itresponsabile/i dott. Patrizio Mazzetto, delegata: Cristiana Lentini

lunedì 10 dicembre 2007

torinoscienza.it > Inquinamento acustico

torinoscienza.it > Inquinamento acustico

L’inquinamento acustico è l’insieme degli effetti negativi prodotti dal rumore generato dall’uomo sull’ambiente urbano e naturale. L’art. 2 della Legge Quadro sull’Inquinamento Acustico 447/1995 lo definisce precisamente come «l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno, o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi».
Studi recenti dimostrano che il rumore è oggi una delle principali cause del peggioramento della qualità della vita nei centri abitati, in particolar modo nelle grandi città. Infatti, nonostante negli ultimi 15 anni sia stata rilevata a livello comunitario una diminuzione dei livelli di rumore più alti nelle aree maggiormente a rischio, le cosiddette zone nere, parallelamente è stato osservato un ampliamento delle zone grigie, cioè di quelle con livelli di rumore definiti “di attenzione”, evento che ha comportato un aumento della popolazione esposta e ha annullato gli effetti positivi del primo fenomeno.
Il contesto dell’inquinamento acustico è definito da 4 settori ambientali, corrispondenti all’ambiente esterno, all’ambiente di vita, all’ambiente abitativo e all’ambiente di lavoro, per ciascuno dei quali è possibile individuare 3 elementi ambientali identificabili con le sorgenti, lo spazio di propagazione delle onde sonore e delle vibrazioni meccaniche (campo sonoro) e i recettori. Per ogni settore e per ogni elemento ambientale il contesto normativo composto dalla Legge n° 447/1995, dal decreto attuativo D.L.277/91 e dalle singole Leggi Regionali (per il Piemonte la n.44 del 26/04/2000 e la n.52 del 20/10/2000) definisce le grandezze fisiche relative all’inquinamento e al rischio da rumore, le modalità di misura, i valori limite di emissione delle sorgenti, di immissione e di esposizione per le zone e i recettori, gli atti e le azioni di pianificazione territoriale e le specifiche competenze.
L’attuale normativa stabilisce inoltre i principali organi di controllo, di solito identificati nei Comuni e nelle Province, e gli enti preposti all’attività di monitoraggio acustico.